articolo Cucina
Cibi di stagione freccegiovedì 19 settembre 2013 


Potrebbe sembrare scontato parlare di quanto sia importante mangiare cibi di stagione, ma tutte le cose scontate vengono troppo spesso ignorate, perchè sono così tanto presenti nell’aria da sfiorarci senza però toccarci realmente. Il punto è che se nel riempire il carrello della spesa, pensassimo di più alla sostanza di quello che scegliamo ci renderemmo conto di quanto i supermercati contino sulla nostra ignoranza e sulla nostra superficialità.

Creano bisogni dal nulla, riempendo gli scaffali di roba invitante, colorata, dandoci l’impressione di poter avere tutto ciò che desideriamo, che siano le fragole a dicembre o le castagne a ferragosto non ha importanza... Invece assecondando questo sistema di danni ne procuriamo, eccome. Così come possiamo fare il pieno di vitamina C, tramite kiwi,arance etc proprio in inverno, quando dobbiamo difenderci dall’influenza. E’chiaro quindi che adeguarci all’alternarsi naturale dei prodotti ortofrutticoli oltre a permetterci di variare spesso la nostra dieta, il che è alla base di una corretta alimentazione, ci consente di affrontare le difficoltà che il nostro organismo incontra di stagione in stagione.

Già questo potrebbe bastare a convincerci, ma non è tutto. La frutta e la verdura fatte crescere forzatamente al di fuori delle loro condizioni naturali non presentano gli stessi nutrienti e principi attivi, inoltre richiedono un utilizzo maggiore di pesticidi essendo più soggette agli attacchi dei parassiti. Un ulteriore vantaggio, nel consumare cibi di stagione, lo troviamo a livello ambientale. Abbiamo già parlato dell’uso dei pesticidi, questi così come i fertilizzanti artificiali sono in generale ottenuti dal petrolio. In più far crescere certe piante fuori tempo richiede l’uso di serre, il che si traduce in riscaldamento ed illuminazione, quindi spreco di energia, senza contare l’eventuale impiego di trasporti aerei o di altro genere quando parliamo di importazione.

Pensiamo infine alle nostre tasche. Mangiare prodotti stagionali costa meno, perchè non richiede l’uso di energia artificiale. Se poi vogliamo essere dei veri virtuosi, l’ideale sarebbe mangiare i prodotti che la nostra terra, nel senso della nostra regione, di volta in volta ci propone. Si tratta del famoso km 0, che chiaramente consente di abbattere anche ogni costo di trasporto. In ogni caso, ciò che più di ogni altra cosa dovrebbe poterci guidare nella scelta di ciò che acquistiamo e il nostro palato. Non c’è paragone a livello di gusto tra un finocchio raccolto a dicembre ed uno nato non si sa come a luglio. A questo punto possiamo soffermarci su cosa ci offre la terra nella stagione che ci viene incontro.

A settembre troviamo ad esempio: aglio, bietole, broccoli, carote, cavolfiori, cicoria, cipolle, fagioli, fagiolini, fiori di zucca, funghi, insalata, mais, melanzane, patate, peperoni, piselli, porri, radicchio verde, scarola, songino, rucola. Per quanto riguarda la frutta invece è tempo di albicocche banane, fichi d’india, kiwi, limoni, melagrane, mele, meloni, mirtilli, more, pere, pesche, ribes, susine ed uva. Ad ottobre possiamo iniziare a mangiare la zucca, le cime di rapa, le lenticchie, l’orzo, i ravanelli, gli scalogni, il tartufo, l’ananas, i cachi, le castagne, le mandorle , le noci , le olive.
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Già questo potrebbe bastare a convincerci, ma non è tutto. La frutta e la verdura fatte crescere forzatamente al di fuori delle loro condizioni naturali non presentano gli stessi nutrienti e principi attivi, inoltre richiedono un utilizzo maggiore di pesticidi essendo più soggette agli attacchi dei parassiti. Un ulteriore vantaggio, nel consumare cibi di stagione, lo troviamo a livello ambientale. Abbiamo già parlato dell’uso dei pesticidi, questi così come i fertilizzanti artificiali sono in generale ottenuti dal petrolio. In più far crescere certe piante fuori tempo richiede l’uso di serre, il che si traduce in riscaldamento ed illuminazione, quindi spreco di energia, senza contare l’eventuale impiego di trasporti aerei o di altro genere quando parliamo di importazione.

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